AGIRA E I SUOI SANTI

Introduzione alla diffusione in rete del libro di “Storia Patria” di F.M. Provitina (aggiornato al 2018)

Credo che il miglior modo per introdurre la pubblicazione informatica del mio libro “AGIRA E I SUOI SANTI” sia quello di rendere onore alla città che diede i natali a mio padre, a mio nonno, a mio bisnonno, e così via risalendo sino al XVII secolo: Leonforte.
Da questa città traggo infatti le mie origini e qui ebbi una pletora di parenti affettuosi e di amici sinceri sino al più recente di questi ultimi, il prof. Vincenzo Barbera, poeta e storico, purtroppo improvvisamente scomparso il 23 febbraio 2012, giorno del suo 65mo compleanno, quando aveva appena licenziato per la stampa le bozze del suo ennesimo lavoro dal titolo “Leonforte in camicia nera”. Con Enzo (così amava farsi chiamare) avevo ritrovato “me stesso in Leonforte”, luogo già caro ai miei ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, e a Leonforte pensavo già di poter fissare una seconda residenza anche per fare rientrare in questa città la “libreria” che fu dei miei antenati e che io ho custodito, curato e arricchito dotandola persino di apposito schedario. Riportando adesso, nello spirito linguistico del sito, una mia ricerca del 1989 sul cognome che porto, chiudo la presente introduzione al mio summa del “natio loco”.

Venerati-Aci-San-Filippo.jpg-R“In un anno imprecisato dell’epoca bizantina (535-826) di Sicilia verosimilmente arriva nell’isola un greco fedele al trono di Constatinopoli con fama di “prophetis” (profeta, veggente, indovino) che venne cognomato “Profiti” e, poi, “Proviti” per cui una sua discendente, all’uso greco che adottava al femminile la desinenza “aina”, venne cognomata “Provìtina” (femmina di “Proviti”) ereditando a Caronia una proprietà, boscata e non, grande circa seicento ettari che prese, ed ha tuttora, la denominazione della famiglia: “Provitina” (per la cui pronucia l’accento cadde sulla prima “i”).
“Con il sopravvenire della dominazione araba (826-1060) la famiglia si integrò; così pure avvenne con l’avvento della dominazione normanna (1060-1194).
“L’epurazione fatta dalla sopravveniente dominazione sveva (1194-1268) portò allo smembramento della famiglia Provìtina che cedette (o le fu sottratta) a nuovi “signori” la vasta proprietà; già prima del 1258 la contrada “Provìtina” di Caronia risultava inclusa nel feudo “Crocitti” oggi appartenente alla famiglia baronale Castro Bordonali che lo amministra da Palermo dove dimora la diretta discedente Luisa.
“I Provìtina di Caronia (i sopravvissuti, almeno) e le altre famiglie cadute in disgrazia trovarono scampo disperdendosi in altre città: i Provìtina, per quanto ne so io, a Messina e Assoro.
“Ad Assoro, già nel 1500, “Provìtina” era ritenuto un cognome storico: qui, evidentemente, gli esuli avevano trovato ospitalità e, intrecciandosi di preferenza, come di certo era avvenuto a Caronia, con altri compatriotti di sangue greco-bizantino, vi assunsero un loro ruolo civico e comunitario.
“Allorchè nel 1610/11 la famiglia Branciforti fondò in territorio di Assoro l’abitato di Leonforte, un ramo dei Provìtina di Assoro, assieme ad altre famiglie della città, scelse di godere dei nuovi privilegi che venivano offerti dal signore di Leonforte e scesero in questo abitato dove si ritrovano ancora oggi, così come ancora oggi si ritrovano ad Assoro (con i cui rami si sono persi i rapporti di parentela) e a Messina (idem come sopra, a maggor ragione).
“Nel 1937 (era il 14 ottobre) un Provìtina di Leonforte (mio padre) si spostò per lavoro ad Agira e qui radicò generando prole maschile in numero di tre figli.
“Nel 1977 io ho raggiunto Palermo dove ancora oggi vivo con prole di due figli nati a Pordenone.

Agira chiesa“In sintesi, il cognome “Provìtina” si è di certo formato intorno all’XI-XII secolo dal termine neo-greco prophétis (sicilianizzato prima in Profiti e poi in Proviti) che significa profeta, veggente, indovino.
“Il “proviti” di origine e tradizione neo-greche, insediatosi nel triangolo nord-orientale dell’attuale provincia di Messina, si è trasformato in “provìtina” per l’aggiunta della speciale desinenza –ina che in quella zona, come in Grecia (leon = leone diventa leaina = leonessa, così che similmente si ha lykaina = lupa), indica la donna – moglie o figlia – che appartiene alla famiglia del “proviti”.
“Analoga cosa si può dire per le origini dei cognomi siciliani Fòtina (Foti), Crisafùllina (Crisafulli), Ciaravidàrina (Ciaravidaro), Fèrrina (Ferro), Carìstina (Caristi), Trùssina (Trussi), Pignatàrina (Pignatari), Màrchina (Marchi), Calìfina (Califa), e, con una forma più vicina a quella attuale greca (dove Photis diventa Phòtaina = Phòtena), la stessa cosa si può dire anche per le origini degli attuali cognomi calabresi di zona grecofona Fòtena, Lìcena, Crisàfena, Scòrdena, Crùpena, Bertònena (stanno per “donna delle famiglie Foti, Lico, Crisafi, Scordo, Crupi, Bertoni”).”