L’età preistorica mitologica è presente in Sicilia attraverso le tradizioni che riferiscono di Ciclopi e Lestrigoni, probabili discendenti dagli umanoidi che la abitavano sin dal Pleistocene superiore oltre 30.000 anni orsono.
Dal XVII secolo a.C., in poi, viceversa, si può parlare di protostoria per la presenza di popolazioni che hanno lasciato tracce tangibili della loro esistenza: Sicani, Micenei, Elimi, Morgeti, Cretesi, Tebani, Troiani, Greci della Focide, Fenici, Punico-Cartaginesi, Siculi.
A segnare per la Sicilia l’ingresso nella storia è l’VIII secolo a.C., con la sopravvenienza di genti proveniente dall’Ellade che fonda colonie lungo le coste dell’isola e, tra queste, la super potente Siracusa capace di competere in armi con Atene, Cartagine e Roma.
Con il periodo greco, che ci lascia esempi d’arte quale la “la valle dei templi” di Agrigento, inizia l’età classica proseguente con il periodo romano sin dal III secolo a.C.
Segue una fase di intenso ascetismo durante la discesa dei popoli Oltremontani (Vandali, Unni, Goti ecc…) e della annessione della Sicilia all’impero Bizantino, e ciò avviene per via della presenza di monaci Ilariani e Basiliani provenienti dal Medioriente.
Dal 827 d.C. si può parlare di Alto-Medioevo con il periodo Arabo-Normanno, di cui restano importanti tracce monumentali a Palermo, e Svevo, di cui un bello esempio di architettura militare si trova ad Enna (Castello di Lombardia e Torre di Federico).
Il 1282 d.C. – data memorabile per via della rivolta contro gli Angioini detta “dei Vespri siciliani” – segna l’inizio del Basso-Medioevo con l’avvento della Casa d’Aragona e con il passaggio, da questa, all’impero Spagnolo, a Casa Savoia e agli Asburgo d’Austria. Durante il periodo spagnolo (1412-1713) si assiste alla forzata cattolicizzazione del regno di Sicilia, ne è anche prova la espulsione degli Ebrei di cui non si può non ricordare che ad Agira esiste ancora l'”Aron” in pietra arenario della locale Sinagoga (A.D. 1454), con la conseguente edificazione di splendide chiese in tutto il territorio ivi comprese quelle barocche di Ragusa.
Di età moderna e contemporanea per la Sicilia si può cominciare a parlare dal 1735, anno in cui alla guida del regno subentra Casa Borbone. Da qui, con alterne vicende che portarono alla cacciata di questo casato nel 1848, alla sua restaurazione nel 1849 e alla breve dittatura di Giuseppe Garibaldi prima di essere annessa al novello Regno d’Italia nel 1860, si arriva nel 1947 alla istituzione di Regione Autonoma a Statuto Speciale della repubblica italiana. Di questi ultimi periodi si ricorda che la lingua siciliana venne messa al bando e che a cavallo tra 800 e 900 si impose nella architettura lo stile “Liberty” di cui begli esempi si possono ammirare anche a Catania.
Nei suoi 760 anni di regno con 39 sovrani (di cui alcuni di loro seppelliti tra Catania, Messina, Palermo, Monreale e Cefalù) la Sicilia, con proprio inno, lingua, bandiera, moneta, esercito e marina sia mercantile che militare, il cui stemma è da sempre la “triscele con gorgoneion”, vanta il primato di avere avuto sin dal 1097, primo in Europa, un Parlamento, e la prerogativa, unico stato al mondo, da quello stesso anno e sino al 1871, di potere esercitare la “Legazia Apostolica” in forza della quale i suoi Re rappresentavano il Pontefice di Roma per alcune sue fondamentali funzioni.
E’ anche importante sottolineare che dagli Altavilla ai Borbone, meno che per Casa d’Angiò (1270-1282) e Casa Savoia (1713-1720) – tra l’altro rigettate dal popolo – il trono di Sicilia è sempre stato occupato per successione e per ereditarietà-dinastica.
Oggi, capitale Palermo, con i suoi 25.707 Kmq concernenti l’isola madre e 14 isolette abitate, la Sicilia è la regione più grande d’Italia di cui rappresenta il 10 % circa della popolazione.